Paura degli aghi: come superare la belonefobia

La paura degli aghi, nota clinicamente come tripanofobia – e, in senso più ampio, come belonefobia – è una condizione sorprendentemente diffusa e complessa. Questa paura non riguarda solo le iniezioni, ma può estendersi alla vista degli aghi stessi, a qualsiasi oggetto appuntito e persino alle immagini di procedure mediche che implicano il contatto con strumenti penetranti. È una fobia specifica, che può ostacolare seriamente la salute delle persone a causa dell’evitamento delle cure mediche essenziali, come vaccinazioni, prelievi di sangue e trattamenti iniettivi.

Di fronte a situazioni che prevedono aghi o punture, chi soffre di belonefobia può manifestare una risposta intensa di ansia anticipatoria, fino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico, con sintomi come tachicardia, sudorazione, nausea e, in alcuni casi, svenimento. Esploriamo di seguito le varie implicazioni di questa fobia, le sue radici psicologiche ed esaminiamo delle strategie per gestire e superare questa condizione invalidante. Per coloro che desiderano un percorso terapeutico efficace, va considerata anche l’importanza del lavoro con uno psicologo psicoterapeuta di orientamento sistemico-relazionale, che considera il ruolo del contesto relazionale e sociale nel comprendere e affrontare la paura.

Cos’è la paura degli aghi e come viene definita clinicamente?

La paura degli aghi può essere definita attraverso vari termini clinici, ciascuno dei quali offre sfumature utili per inquadrare la complessità della fobia. Il termine tripanofobia si riferisce specificamente alla paura delle iniezioni, delle siringhe e di tutto ciò che comporta un contatto con la pelle attraverso l’ago, mentre belonefobia include la paura di qualsiasi oggetto appuntito, come spilli, aghi per cucire e altri oggetti taglienti. Chi soffre di tripanofobia potrebbe evitare anche solo di parlare di iniezioni o di guardare immagini che rappresentano aghi; allo stesso modo, la belonefobia porta ad evitare ogni tipo di contesto in cui possono essere presenti oggetti appuntiti, inclusi quelli di uso quotidiano.

La paura degli aghi può essere inquadrata anche come una fobia situazionale, in quanto viene attivata da uno specifico contesto o stimolo, proprio come le altre fobie (ad esempio la paura degli spazi chiusi o dell’altezza). Dal punto di vista clinico, si tratta di una reazione di paura sproporzionata rispetto alla minaccia reale, che provoca nell’individuo una risposta autonoma intensa, in alcuni casi persino uno svenimento.
Lo svenimento vasovagale, infatti, è un fenomeno fisiologico piuttosto comune tra le persone con belonefobia, e si verifica a causa di una drastica diminuzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca in risposta alla vista dell’ago o alla paura del dolore.

Come si chiama la paura delle punture e degli aghi?

A livello terminologico, la paura delle punture è conosciuta con nomi diversi in base alle caratteristiche specifiche della paura stessa. Come già indicato, il termine tripanofobia si riferisce alla paura delle iniezioni e delle siringhe, mentre belonefobia si applica alla paura di oggetti appuntiti più in generale.

È importante fare questa distinzione, poiché chi soffre di belonefobia può sperimentare l’ansia in una gamma più ampia di situazioni quotidiane rispetto a chi è affetto da tripanofobia. Ad esempio, una persona con belonefobia potrebbe temere anche situazioni come il contatto con un ago da cucito o l’uso di un coltello, limitando drasticamente le sue attività e la qualità della vita.

paura degli aghi e dei prelievi

Cosa fare se si ha paura degli aghi?

Di fronte alla belonefobia o tripanofobia, una delle domande più frequenti è cosa fare per gestire questa paura in modo efficace. La prima risposta risiede nel riconoscere che, nonostante sia difficile da affrontare, la paura degli aghi è superabile e che esistono metodi psicologici validati per trattarla.

Un approccio utile per iniziare è imparare a gestire l’ansia anticipatoria, ossia l’angoscia che precede l’evento temuto. Alcune tecniche di auto-gestione possono risultare molto utili, come ad esempio:

  • Tecniche di rilassamento muscolare: concentrarsi sulla respirazione lenta e controllata può ridurre le reazioni fisiche di ansia. La respirazione diaframmatica, che consiste nel respirare profondamente e lentamente gonfiando l’addome, è particolarmente efficace.
  • Immaginazione guidata: visualizzare un’immagine calma e positiva prima della procedura aiuta a distogliere l’attenzione dalla paura e ridurre l’ansia anticipatoria. Questo processo di immaginazione guidata può essere appreso e praticato sotto la guida di uno psicologo.
  • Tecniche di distrazione: portare con sé un libro o ascoltare musica durante il prelievo può aiutare a concentrarsi su stimoli positivi anziché sulla paura.

In molti casi, però, la fobia può essere così intensa da richiedere un percorso di psicoterapia, che offra strategie più mirate e specifiche. La psicoterapia e l’approccio sistemico-relazionale si sono dimostrati particolarmente efficaci per il trattamento della tripanofobia.

Come non svenire ai prelievi: tecniche e suggerimenti psicologici

Un aspetto particolare della paura degli aghi è il rischio di svenimento, fenomeno che si verifica frequentemente nei pazienti tripanofobici e belonefobici. Lo svenimento è spesso innescato da un riflesso vasovagale, che è una risposta del sistema nervoso autonomo alla paura o alla percezione del dolore. Durante un episodio di svenimento vasovagale, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca calano bruscamente, portando a una temporanea perdita di coscienza.

Per prevenire lo svenimento, esistono alcune strategie psicologiche e comportamentali efficaci:

  • Tensione applicata: una tecnica utilizzata per prevenire lo svenimento consiste nel contrarre i muscoli delle braccia e delle gambe durante la procedura per aumentare la pressione sanguigna e prevenire la caduta della pressione.
  • Tecniche di distrazione visiva: concentrarsi su un oggetto nel campo visivo diverso dall’ago può ridurre la risposta di paura e prevenire lo svenimento.
  • Acquisizione di consapevolezza emotiva: molti psicologi raccomandano di concentrarsi sul riconoscimento delle emozioni prima e durante la procedura, aiutando a ridurre l’intensità della reazione attraverso una migliore gestione del disagio.

Cause della paura degli aghi: tra trauma e influenze culturali

La paura degli aghi è spesso associata a eventi traumatici vissuti durante l’infanzia o l’adolescenza. Molte persone sviluppano la fobia a seguito di esperienze dolorose o percepite come tali, come una vaccinazione andata male o un prelievo che ha causato forte disagio.

Tuttavia, vi sono anche influenze culturali e sociali che possono giocare un ruolo significativo. In alcune famiglie, ad esempio, la paura degli aghi può essere indirettamente rinforzata dai genitori, che trasmettono ansia e apprensione nei confronti delle procedure mediche.

superare la paura degli aghi e delle punture

Superare la paura degli aghi: il ruolo della psicoterapia

La psicoterapia sistemico-relazionale si è rivelata un’opzione particolarmente efficace per coloro che desiderano superare la paura degli aghi. Questo approccio considera l’individuo non solo come un’entità isolata, ma come parte di un sistema più ampio di relazioni, esplorando come il contesto familiare, culturale e sociale influisca sullo sviluppo e sul mantenimento della fobia.

L’approccio sistemico-relazionale permette di indagare non solo l’origine della paura, ma anche i ruoli e i comportamenti all’interno delle relazioni significative dell’individuo, analizzando come queste dinamiche possano influenzare il modo in cui la paura viene vissuta e affrontata.

Affrontare la belonefobia con il supporto psicologico

La paura degli aghi è una fobia specifica complessa, che richiede un approccio terapeutico personalizzato. Grazie al supporto psicologico e alla psicoterapia sistemico-relazionale, chi soffre di belonefobia può intraprendere un percorso di consapevolezza e cambiamento che permetta di sviluppare nuove modalità di coping e di superare l’ansia associata agli aghi.


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