Il pensiero ossessivo è un’esperienza piuttosto comune per molte persone, ma quando diventa intrusivo e disturbante può causare gravi conseguenze sulla salute mentale e sul benessere generale. Quando i pensieri ossessivi diventano insopportabili e interferiscono con la vita quotidiana, può essere utile cercare aiuto da uno psicologo.
Comprendere il pensiero ossessivo
Per affrontare il pensiero ossessivo, è importante capire che cosa sia. Il pensiero ossessivo è un pensiero ripetitivo che si presenta in modo persistente e intrusivo, generando ansia e disagio. Questi pensieri possono essere legati a un’ampia varietà di temi, come la pulizia, la sicurezza, la salute o le relazioni interpersonali.
Identificare i fattori scatenanti
Per comprendere il pensiero ossessivo, uno psicologo sistemico relazionale aiuta il paziente a identificare i fattori scatenanti. Questi possono essere situazioni, oggetti o persone che attivano i pensieri ossessivi. Ad esempio, una persona che soffre di pensieri ossessivi riguardanti la pulizia può essere scatenata dalla vista di una superficie sporca.
I soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) possono avere una vasta gamma di pensieri ossessivi. Ad esempio, possono avere pensieri relativi:
- alla pulizia,
- alla simmetria,
- alla sicurezza,
- al peccato,
- alla contaminazione,
- alla salute,
- alla sessualità,
- alla religione.
Questi pensieri possono essere violenti, sessuali, blasfemi, disgustosi o inappropriati. Le persone con DOC possono cercare di ignorare o sopprimere questi pensieri, ma possono anche provare a controllarli attraverso comportamenti compulsivi.
Ad esempio, una persona ossessionata dalla pulizia può lavarsi le mani o pulire la casa ripetutamente per cercare di alleviare l’ansia. In generale, i pensieri ossessivi possono diventare molto invalidanti e possono interferire con la vita quotidiana.
Esplorare le emozioni
Il pensiero ossessivo può essere accompagnato da emozioni intense, come l’ansia, la paura, il disgusto o la tristezza. Uno psicologo sistemico relazionale aiuta il paziente a esplorare queste emozioni e a capire come esse influenzino i suoi pensieri e i suoi comportamenti.
Creare un piano di intervento sui pensieri ossessivi
Uno psicologo sistemico relazionale aiuta il paziente a creare un piano di azione per affrontare il pensiero ossessivo. Ciò può comportare l’apprendimento di tecniche di rilassamento, l’esercizio di pensieri positivi, l’identificazione delle distorsioni cognitive e la modifica dei comportamenti ossessivi.
Coinvolgere i familiari
La terapia sistemico-relazionale allarga il contesto anche ai familiari del paziente, perché l’ossessione può avere un impatto significativo sulle relazioni interpersonali e tramite esse può essere gestita (il che non significa che debbano necessariamente essere coinvolti/convocati i familiari, seppure la cosa risulti essere sorprendentemente utile).
Pertanto, nel caso di un allargamento del setting al sistema familiare, lo psicologo aiuterà i familiari a comprendere il disturbo e a come fornire un supporto efficace al paziente.
Tuttavia, se per qualche motivo non fosse possibile coinvolgere anche i familiari, si potrà continuare a lavorare col singolo individuo, ma attraverso una modalità specifica diversa.
I rischi di un disturbo ossessivo non trattato
Un disturbo ossessivo può essere molto invalidante se non viene trattato. Il paziente può sentirsi intrappolato in un circolo vizioso di pensieri e comportamenti compulsivi che diventano sempre più debilitanti. Inoltre, l’ossessione può essere accompagnata da sintomi depressivi o ansiosi, che possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana.
Il rischio maggiore associato al disturbo ossessivo è la cronicizzazione. Se non viene trattato, il disturbo può durare per anni, compromettendo la qualità della vita del paziente e peggiorando con il tempo. Ciò può portare alla perdita di lavoro, alla rottura delle relazioni, alla riduzione della socializzazione e all’isolamento sociale.
Inoltre, un disturbo ossessivo non trattato può causare altri problemi di salute mentale. Ad esempio, il paziente può sviluppare un disturbo alimentare o un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) a causa delle sue ossessioni. Inoltre, il paziente può iniziare a sviluppare sintomi psicotici, come allucinazioni o deliri.
L’ossessione può portare a comportamenti autolesionistici o addirittura suicidi. Ciò può accadere quando il paziente si sente sopraffatto dal disturbo e non sa come gestirlo.
Per questi motivi, è importante cercare aiuto da uno psicologo il prima possibile se si soffre di pensieri ossessivi. La terapia può aiutare a gestire i sintomi, ridurre il rischio di cronicizzazione e migliorare la qualità della vita del paziente.
In conclusione, il pensiero ossessivo può essere molto difficile da affrontare da soli, ma uno psicologo sistemico relazionale può aiutare a comprendere il disturbo e a sviluppare un piano di azione per affrontarlo. Il coinvolgimento dei familiari può anche essere utile per migliorare la qualità della vita del paziente.
Riferimenti bibliografici
- Abramowitz, J. S., Taylor, S., & McKay, D. (2009). Obsessive-compulsive disorder. The Lancet, 374(9688), 491-499.
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Author.
- Beck, A. T., & Clark, D. A. (1988). Anxiety and depression: An information processing perspective. Anxiety Research, 1(1), 23-36.
- Cooper, M., & McLeod, J. (2011). Pluralistic counselling and psychotherapy. Sage Publications.
- Davidson, P. R., & Parker, K. C. (2001). Eye movement desensitization and reprocessing (EMDR): A meta-analysis. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 69(2), 305-316.
- Freud, S. (1913). The interpretation of dreams. Macmillan.
- Hayes, S. C., Luoma, J. B., Bond, F. W., Masuda, A., & Lillis, J. (2006). Acceptance and commitment therapy: Model, processes and outcomes. Behaviour Research and Therapy, 44(1), 1-25.
- McLeod, J. (2011). Qualitative research in counselling and psychotherapy. Sage Publications.
- Padesky, C. A., & Mooney, K. A. (2012). Strengths-based cognitive-behavioural therapy: A four-step model to build resilience. Clinical Psychology & Psychotherapy, 19(4), 283-290.
- Salkovskis, P. M. (1985). Obsessional-compulsive problems: A cognitive-behavioural analysis. Behaviour Research and Therapy, 23(5), 571-583.
- Seligman, M. E. (2011). Flourish: A visionary new understanding of happiness and well-being. Free Press.
Crediti immagini: rawpixel.com, karlyukav, 8photo